La metodologia è quella della presa in carico individuale del nucleo, concordata con i Servizi Sociali Territoriali e le varie istituzioni del territorio, in relazione ai bisogni e alle esigenze del minore e della donna da un punto di vista sociale, pedagogico, psicologico, legale e professionale.
Le donne madri e/o gestanti sono di norma segnalate dai servizi sociali del territorio di appartenenza attraverso una proposta di inserimento in modo diretto o congiuntamente a un provvedimento del giudice minorile. I servizi territoriali, inoltre, tenendo conto delle difficoltà e dei problemi della singola donna, indicano gli obiettivi e i tempi dell’accoglienza. La decisione per l’ammissione in Comunità viene adottata dall’equipe educativa, sulla base della valutazione compiuta in seguito a riunioni promosse dal coordinatore della comunità, il referente educativo e lo psicologo/psicoterapeuta della stessa, con il servizio sociale territoriale proponente e con eventuali altri servizi territoriali coinvolti nel caso in esame, tenuto conto della corrispondenza tra i bisogni e le esigenze presentati dal caso concreto e le opportunità offerte dalla Comunità.
Le donne ospitate partecipano direttamente alla gestione della casa, occupandosi personalmente dell’igiene della stessa, della preparazione di tutto il necessario per vivere la quotidianità in un ambiente accogliente e familiare. Tutto ciò permette loro di sperimentare un modo di vivere e gestire autonomamente e consapevolmente la quotidianità, accrescendo la propria autostima e le proprie capacità genitoriali.
Al centro del servizio si pone la persona, la donna e il minore, nel rispetto della dignità della persona umana e della sua libertà di espressione.
Le dimissioni dell’utente sono concordate nei modi e nei tempi con i Servizi Sociali e le Istituzioni di riferimento.